Inizia un nuovo anno e vogliamo dedicare questo primo articolo del 2022 alla nostra storia e al percorso che ha condotto l’AIS a divenire il punto di riferimento in Italia per lo shogi. Buona lettura.


L’Associazione Italiana Shogi (AIS) nasce a Milano nel dicembre del 1999. Prima di tale data non esisteva in Italia un movimento ufficiale, coordinato e continuo, dedicato al gioco degli “Scacchi giapponesi”, benché non è da escludere che fossero già presenti giocatori sul territorio nazionale. Non vi sono tuttavia testimonianze di associazioni, circoli o tornei dal vivo prima di allora. I pochi giocatori che si dedicavano allo Shogi prima della nascita dell’AIS orbitavano principalmente intorno all’AISE, Associazione Italiana Scacchi Eterodossi, organizzazione dedicata alle varianti scacchistiche e alle versioni tradizionali della stessa matrice (come Xiangqi e Makruk). L’AISE aveva una sezione della propria rivista dedicata allo Shogi (doveva apparvero articoli di Agostino Guberti) e gli appassionati avevano organizzato fin dagli inizi degli anni Novanta tornei per corrispondenza. A quel tempo si usavano le cartoline mezzo posta, ragion per cui una partita poteva durare anche anni. Alessandro Castelli, presidente AISE, aveva raccolto in fascicoli gli articoli pubblicati per argomento, ragion per cui esiste una raccolta dei primissimi testi sullo shogi in italiano.

Nel giugno del 1999 Marco Durante, ricercatore italiano che collaborava al tempo con istituzioni in USA e in Giappone, partecipò a Tokio al 1° International Shogi Forum. Lì i rappresentanti giapponesi stimolarono Durante a far nascere in Italia un’associazione dedicata a quel gioco. Tornato in patria Durante, con decisione e guidato dalla passione per lo shogi, si mosse contattando circoli scacchistici, goistici e ludici, nella speranza di radunare eventuali giocatori interessati allo shogi. In quel periodo prese contatti anche con la FESA, l’organismo europeo dedicato allo Shogi. Con grande determinazione Durante annunciò in un articolo intitolato “Breve storia dello Shogi”, pubblicato sulla rivista dell’AISE, la nascita dell’AIS e il 1° Campionato Italiano di Shogi, che si sarebbe svolto durante la manifestazione “Giochi Sforzeschi” a Milano nel dicembre ’99. Ebbe così luogo la prima edizione del più importante torneo italiano di Shogi a tavolino (Open a sei turni, vincitore Frank Roquas, 2 dan, già campione olandese), nella prestigiosa Sala degli Arazzi del Castello Sforzesco.

Premiazione ’99. Da sinistra Antje Rapmund (per Terje Christofferson arrivato 2°), Frank Roquas, Giuseppe Baggio e Pieter Stouten.

In tale occasione si svolse la prima riunione AIS, tra i cui partecipanti vi furono Marco Durante (presidente), Peter Stouten (per la FESA), Giuseppe Baggio, Cristiano Garbarini, Enrico Tognoni e Luca Cerrato. L’incontro condusse a una dichiarazione di intenti del gruppo dei fondatori dell’AIS, che desiderarono costituire un’associazione per promuovere lo Shogi e la cultura giapponese sul territorio nazionale, svolgendo ufficialmente un ruolo riconosciuto e legittimato dalla Nihon Shogi Renmei (l’Associazione Shogistica professionista giapponese) e dalla FESA, presso cui l’AIS era rapresentata da Durante e Stouten. Venne quindi creato un sito internet per facilitare i contatti e raggiungere i giocatori sparsi per l’Italia; risultò infatti ben presto chiaro come la principale difficoltà fosse creare un senso di comunità tra giocatori ubicati in zone anche molto lontane tra loro. Con grande impegno di tutti la piccola comunità AIS dimostrò una grande combattività e volontà, cercando di mantenere l’appuntamento annuale che determina il Campione Italiano (essendoci stata spesso la presenza di giocatori stranieri molto forti che vincevano il torneo, il Campione Italiano era il giocatore italiano meglio piazzato in classifica).

Negli anni a seguenti l’AIS è stata presente con propri giocatori a tutti gli appuntamenti dell’International Shogi Forum (Tokyo 2002 Baggio, Tokyo 2005 Baggio, Tendo 2008 Nicola Caridi, Parigi 2011 Nicola Caridi, Shizuoka 2014 Nicola Caridi, Kitakyushu 2017 Michele Riondino, 2020/21 online Marco Milone). I giocatori AIS hanno partecipato a tornei internazionali anche con importanti risultati: nel 2011 all’Open di Parigi giocato in concomitanza con l’ISF, Marco Milone  e Mitsuki Akiyama hanno vinto i premi di categoria. 

Ambasciata francese, I° ISF: Aoki, Habu, Durante, Scott.

L’AIS ha anche organizzato alcuni tornei locali che sono diventati tradizionali (uno su tutti il Campionato Veneto), ed è stata presente nelle fiere ludiche divenendo presto il punto di riferimento per chiunque volesse approfondire il gioco giapponese.

Nel 2020, durante la pandemia COVID-19, avviene un importante cambio di marcia: Francesco Calemi, sempre di concerto con Giuseppe Baggio, cura la comunicazione dell’AIS creando anche un gruppo social su Telegram (“Shogi Dojo Italia”), in modo da facilitare gli scambi comunicativi tra giocatori, e contribuendo a un vero e proprio rinascimento della comunità shogistica italiana. Il gruppo cresce vertiginosamente in numero (pur rimanendo una piccola realtà), vengono organizzati tornei online sulle diverse piattaforme, viene realizzato un nuovo sito (quello su cui state leggendo questo articolo) aggiornato settimanalmente con articoli riguardanti lo shogi e la cultura nipponica che vi ruota attorno.

Tessera Soci AIS, prototipo 00.

Alla fine del 2021 viene dato l’annuncio ufficiale della nascita al primo gennaio ’22 dell’AIS come entità ancora più organizzata, con il lancio di una campagna di tesseramento. Per il primo anno è stato nominato un Direttivo d’ufficio composto da Baggio (presidente), Milone, Calemi e Luca Filighera.

Nella primavera del ’22 è previsto il ritorno del Campionato Italiano dal vivo, che si disputerà con ogni probabilità a Milano, per riprendere da dove ci si era interrotti prima della pandemia.